Itinerario dei Battuti Bianchi

Affresco dello stemma dei Battuti Bianchi di Cherasco nella chiesa di S. Agostino.
Percorso di visita tra i luoghi della memoria della Confraternita dei Battuti Bianchi di Cherasco

Carta d’identità dei Battuti Bianchi

Associazione religiosa composta da laici. 

Probabilmente questa Confraternita discende dalla più antica Confraria Sancte Marie, già citata nel catasto del 1395.

Il soccorso dei poveri, la cura dei malati e la gestione ospedaliera.

Facevano a gara con i Neri sulla grandezza delle opere di carità e solidarietà e nel commissionare grandi pezzi d’arte e favolose architetture per la comunità.

La veste bianca con il cappuccio e la cintura di corda legata in vita.

Due confratelli indossano la caratteristica veste bianca, in una mano tengono saldamente due libri (il Vangelo) e con l’altro braccio  sostengono la corona che sovrasta lo stemma.

Negli Statuti del 1574 si descrivono i requisiti necessari per diventare un confratello: “essere uomo di onesta conversazione ed alieno alle taverne e dai giochi turpi e disonesti”.

Percorso di visita dei Bianchi

itinerario nei luoghi che conservano la memoria dei Battuti Bianchi

Ospedale degli Infermi (attuale Casa di Riposo)

via dell'Ospedale 46, Cherasco - PUNTO 2 SULLA MAPPA

Prima del 1500 esisteva già un ospedale a Cherasco, dal 1460 la Confraternita di Sant’Agostino ne aveva assunto la gestione.

Il dipinto ritrae l'Ospedale degli Infermi di Cherasco

Nel 1692 viene affidato l’incarico di eseguire grandi lavori, anche con demolizioni e ricostruzioni ai mastri da muro Domenico Massetto e Giovanni Negro.

Tra il 1729 e il 1733 l’amministrazione dell’Ospedale limita l’accoglienza dei malati ai soli cittadini cheraschesi, fatta eccezione per alcune categorie di lavoratori forestieri presenti sul territorio. Forse per motivi sanitari o economici, vieta l’accoglienza di malati cronici o contagiosi.

La Confraternita incarica l’architetto Bernardo Vittone di progettare un nuovo grande edificio.

L’Ospedale degli Infermi, come gli altri enti caritatevoli, tra cui il Monte di Pietà, l’Ospizio di Carità, l’Opera Pia Oberto e la Congregazione delle Figlie passano dall’ambito religioso e a quello civile e sono amministrati all’ente Ospizi Civili.

L’Ente acquista altre proprietà nell’isolato in cui ha sede l’Ospedale e, tra il 1836 e 1855, realizza alcuni cantieri che completano e integrano il progetto di Vittone.

Nell’Ospedale vengono nascosti e curati alcuni ebrei, in genere anziani e malati.

Suore dell'Ospedale

Monte di Pietà (attuale Archivio Storico)

via Monte di Pietà 43, Cherasco - PUNTO 4 SULLA MAPPA

Giovanni Luigi Ferrero lascia in eredità 800 scudi per costituire un Monte di Pietà che garantisca piccoli prestiti a basso tasso di interesse, a fronte del deposito di oggetti.

La parola “monte” indica, nel linguaggio finanziario di un tempo, un istituto che raccoglie e presta denaro. Quando “monte” è seguito da “pietà” vuol dire che  non c’è scopo speculativo ma caritatevole.

Nel 1621 le autorità civili e religiose approvavano il progetto. Il Papa Gregorio XV e il Duca Carlo Emanuele I approvano e sostengono l’operazione.

Carte d'Archivio relative alla nascita del Monte di Pietà di Cherasco.

Il Monte si insedia in via Monte di Pietà 43 dove si trovano perfettamente conservate, ancora oggi, le stanze in cui si operava.

Ingresso del Monte di Pietà di Cherasco

In seguito al cambio di amministrazione si apre ad una stagione di grande attenzione da parte di benefattori privati che spesso lasciano traccia di sé tramite un ritratto.

Nonostante tutto mancano i fondi per proseguire ma, non appena le risorse lo permetteranno il Monte riaprirà, nel 1813, i battenti.

Il Consiglio di Amministrazione del Monte di Pietà è oramai costituito da un Presidente nominato dal Prefetto di Cuneo, quattro altri membri proposti dallo stesso, il Sindaco in carica, un parroco della città e solamente due membri della Confraternita. Gli equilibri sono cambiati.

Nel 1943 il governo fascista dispone che le Casse di Risparmio sostengano i Monti di Pietà in difficoltà. Quello di Cherasco viene assorbito dalla Cassa di Risparmio di Cuneo.

Nel 1950 circa il Monte di Pietà cessa la sua attività.

Opera Pia Oberto detta della gioventù studiosa (attuale Archivio Storico)

via Monte di Pietà 43, Cherasco - PUNTO 4 SULLA MAPPA

L’Opera Pia è un istituto di carità o di beneficenza di matrice cattolica nato per sostenere lo studio dei giovani.

Insegna del Monte di Pietà di Cherasco.

Il medico cheraschese lascia al Monte di Pietà la propria cascina e, con essa, il reddito annuale che se ne ricava. Nasce l’Opera Pia Oberto e si creano le prime borse di studio a beneficio per i giovani di Cherasco.

A causa delle grandi difficoltà finanziarie del Comune, nel 1796 la cascina “del Monte” viene venduta e i proventi incamerati dall’amministrazione comunale, che si impegna ufficialmente a sostituirsi con un proprio stanziamento. L’impegno viene mantenuto per alcuni anni, prima di venir meno nel corso dell’Ottocento.

Stemma dipinto sulle pareti della sede dell'Opera Pia Oberto, della famiglia del benefattore Bartolomeo Oberto di Cherasco

 

Ritiro delle figlie maestre

Via della Mantica, Cherasco (CN) - PUNTO 5 SULLA MAPPA

L’alfabetizzazione generalizzata della popolazione nel Settecento è scarsa. Il Comune provvede da secoli all’istruzione elementare e superiore solo per i maschi. In questo scenario alcune nuove iniziative  si fanno strada per la prima volta, grazie a interventi pubblici e di filantropia privata.

Alessandro Colli è un religioso della Congregazione di San Filippo Neri con una visione assai moderna per i tempi. Prima della sua morte sceglie di destinare la propria eredità al progetto della “Congregazione delle figlie”, detto “Ritiro delle figlie maestre”: una casa-scuola in cui sei ragazze vivono insieme e possono «far scuola all’altre figlie di questa città e contorni».

Ritratto di Alessandro Colli, religioso della Congregazione di San Filippo Neri

 

La sede è costruita tra le attuali Via Mantica e Via Monte di Pietà. Tuttora l’affresco sul portone d’ingresso reca lo stemma sabaudo e i nomi dei fondatori.

 

Affresco sulla facciata del Ritiro delle figlie Maestre di Cherasco

Il Ritiro Figlie Maestre confluisce nell’amministrazione degli Ospizi Civili. All’inizio del 1900 il Ritiro garantisce anche il funzionamento di tre classi della scuola elementare per conto del Comune di Cherasco.

Termina l’attività educativa del Ritiro.

Chiesa di Sant’Agostino

via Vittorio Emanuele II 132, Cherasco - PUNTO 8 SULLA MAPPA

Facciata della chiesa di Sant'Agostino di Cherasco, la bellissima sede della Confraternita dei Battuti Bianchi.1672 La Confraternita incarica l’architetto Giovenale Boetto di realizzare la chiesa.

1676 I confratelli scelgono un grande pittore di corte, il cheraschese Sebastiano Taricco, per la decorazione interna. Il risultato è straordinario: teatrali affreschi barocchi coinvolgono il fedele fin dal primo passo. Stupefacenti macchine sceniche arredano l’interno e testimoniano la devozione della Confraternita durante le numerose processioni e i coinvolgenti riti pubblici.

Volta affrescata da Sebastiano Taricco a Cherasco, nella chiesa di Sant'Agostino.

Nella loro “sede” i bianchi conservano preziosi oggetti: storiche tabelle in legno in cui sono scritti tutti i nomi dei membri, croci processionali, in metallo o legno, portate in apertura del corteo, insegne processionali costituite da un’asta su cui è innalzata una terminazione, scolpita o dipinta, con la funzione di contraddistinguere la Confraternita o la carica di chi la portava mediante la figura del santo dedicatario.

Un ricco corredo di paramenti liturgici, composto da pianete, piviali, dalmatiche, è dedicato alle celebrazioni solenni e alla devozione “in strada”. 

Interno della chiesa di Sant'Agostino a Cherasco

 

Asilo infantile Urbano (attuale Museo della Magia)

via Cavour 33/35, Cherasco - PUNTO 9 SULLA MAPPA

L’iniziativa proviene da un teologo cheraschese, Sebastiano Lissone, e prende forma quando il conte Giacinto Fissore di Montaldo e il sacerdote Lanfranco Lunel di Cortemilia contribuiscono all’impresa con i loro lasciti.

La prima sede è nella Casa degli esercizi della Parrocchia di San Pietro (via Monte di Pietà).

Ritratto dell'Abate Lunel, Cherasco

A quarant’anni dall’avvio il bilancio dell’asilo è in perdita di 1.152 lire a fronte di una spesa annuale di 3.196 lire.

I due cheraschesi, Carlo e Luigia Teobaldi, nel loro testamento, donano all’Asilo il loro palazzo di via Cavour. Sarà quella la sede dell’asilo per oltre un secolo.

Lapide che testimonia il lascito di due benefattori del primo Asilo infatile Urbano di Cherasco

Il segretario provinciale del Partito Nazionale Fascista scrive al podestà per verificare se sia vero che gli amministratori dell’Asilo infantile non sono fascisti. La risposta affermativa porta al commissariamento dell’ente.

Il Comune chiede l’istituzione di tre sezioni della Scuola Materna Statale per l’anno scolastico 1988-1989 e procede con una ristrutturazione generale dell’edificio di via Cavour.

Foto dell'Asilo Infantile Urbano di Cherasco nel 1927

 La Scuola dell’Infanzia è trasferita nei nuovi locali in Viale Salmatoris.

Mappa SloWelfare del centro storico di Cherasco

9 luoghi che conservano la memoria delle Confraternite

1. PALAZZO COMUNALE (Carceri)

2. OSPEDALE DEGLI INFERMI (attuale Casa di Riposo)

3. OSPIZIO DI CARITÀ – ISTITUTO BEATO AMEDEO (attuale Scuola Media)

4. MONTE DI PIETÀ – OPERA PIA OBERTO (attuale Archivio Storico)

5. RITIRO FIGLIE MAESTRE 6 CHIESA DI SANT’IFFREDO CONFRANTERNITA DEI BATTUTI NERI (attuale Museo Diocesano)

7. OSPEDALE DEI PAZZERELLI

8. CHIESA DI SANT’AGOSTINO – CONFRATERNITA DEI BATTUTI BIANCHI

9. ASILO INFANTILE URBANO (attuale Museo della Magia)

Mappa dei luoghi storici delle confraternite nel centro storico di Cherasco

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